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Come sta impattando il cambiamento climatico sul mercato immobiliare?
Parte prima. Lo studio di McKinsey Global Institute, evidenzia che il valore medio degli immobili potrebbe svalutarsi tra il 15% e il 35% entro il 2050, se non si prendono giuste contromisure contro la crisi climatica.
Un’analisi globale condotta da “Xdi-The Cross dependency initiative”, citata dal Wall Street Journal Italia, colloca Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna tra le dieci aree europee a più alto rischio di eventi estremi, con ripercussioni dirette sul valore degli immobili.
Alluvioni, frane, incendi, siccità, esondazioni e bombe d’acqua (di cui ultimamente intensità e ripetitività sono in aumento) stanno cambiando il mercato immobiliare.
Le conseguenze si riflettono su prezzi, volumi di transazioni e propensioni degli acquirenti, ridisegnando in maniera importante il settore.
I due studi di Banca d’Italia: come la crisi climatica sta modellando il mercato immobiliare
Nel 2023, Banca d’Italia ha condotto due studi importanti sulla relazione tra crisi climatica e mercato immobiliare.
Il primo analizza l’impatto del rischio di alluvioni sulla ricchezza immobiliare italiana e si basa sulle mappe di pericolosità elaborate dall’ISPRA. I dati dicono che un quarto delle abitazioni italiane si trova in zone a rischio di alluvione, con una perdita annua stimata di circa 3 miliardi di euro in valore degli immobili. L’area più esposta è il bacino del fiume Po.
Gli impatti della crisi climatica sul mercato immobiliare, tuttavia, non sono limitati ai soli danni economici. Anche le preferenze degli acquirenti e le dinamiche di acquisto sono in trasformazione.
Il secondo studio di Banca d’Italia mette in relazione l’aumento delle temperature nelle principali città italiane con ricerca, numero di appuntamenti, transazioni concluse e prezzi richiesti per gli immobili residenziali.
Analizzando circa due milioni di annunci di case in vendita, emerge che nei giorni di caldo estremo la domanda di abitazioni si riduce, con conseguente allungamento dei tempi di vendita e riduzione delle transazioni.
Un fenomeno che colpisce soprattutto le abitazioni meno adatte a fronteggiare le ondate di calore con conseguenze dirette sui prezzi (in Italia, il 74% delle abitazioni è in classe energetica inferiore alla D. Il 34% in classe G).
La crisi climatica sta spingendo la domanda verso immobili più adatti a resistere ai fenomeni climatici estremi. Danni economici e trasformazioni negli acquisti, ma anche impatti che coinvolgono la sfera emotiva e psicologica: la percezione del rischio è divenuta una variabile determinante, capace di influenzare sia il valore economico degli immobili, sia la serenità delle persone che li abitano.
Le mappe di rischio climatico: come influenzano le compravendite immobiliari
Le mappe di rischio climatico sono utilizzate per identificare e valutare i rischi legati alla crisi climatica in determinate aree geografiche.
Le zone più vulnerabili agli effetti della crisi climatica vengono messe in evidenza da queste mappe, offrendo un sostegno tecnico a settori come la pianificazione urbana, le assicurazioni e gli investimenti immobiliari nel prendere decisioni informate.
In Italia, le mappe di rischio climatico sono elaborate principalmente da enti pubblici, università, centri di ricerca e agenzie governative (ISPRA, CNR, Ministero dell’Ambiente, ARPA).
Le mappe climatiche influenzano sempre più le compravendite immobiliari, guidando acquirenti e investitori verso immobili situati in aree sicure o resilienti.

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